Con sentenza del 12 marzo 2002 il Tribunale di Roma assolveva un soggetto, difeso dallo studio legale Polacco, fermato con 268 dosi di cocaina.
Il Tribunale affermava che nonostante la quantità della cocaina sequestrata, la finalità di spaccio non appare comprovata da alcun altro elemento di prova acquisito al processo.
Al contrario, numerosi indizi e fra questi il fatto che il soggetto gestisse un esercizio commerciale dove non è stata trovata sostanza stupefacente, sia l’assoluta incensuratezza del soggetto, hanno fatto ritenere al Tribunale che il soggetto con una buona posizione socio-economica non dovesse essere costretto a recarsi giornalmente in strada per procurarsi le dosi di cocaina e che, quindi l’ingente quantitativo di sostanza stupefacente sequestrato fosse desinata ad uso personale.